mercoledì 7 novembre 2007

STAI LONTANO DA ME

Nota dell'autrice

Non c'è la presunzione di scrivere un saggio, né un trattato di filosofia e neanche di sostenere temi alla giovane Werther. E' già stato scritto tutto, il meglio della letteratura. Ma c'è bisogno di questo, di questo scritto e di questo scrivere. Il motivo? Siamo tutti strumenti, siamo strumenti di Dio, o se preferite, dell' Energia Universale. Attraverso il nostro nevrotico "gettar" pensieri su carta, Lui ci fa capire chi siamo, di cosa siamo fatti e mostra lentamente i suoi "Disegni" In questo scritto c'è la curiosità d'Elisa di viaggiare nei meandri della sua mente, di darsi delle risposte, di cercare di riavvolgere la matassa della sua esistenza, di comprenderne il suo significato più profondo e chissà forse di riuscire a viverla solo con un po' più di sicurezza e di serenità. Solo una sequenza di pensieri e di riflessioni messi su carta, che altrimenti fluttuano indisturbati nella sua mente a tutte le ore del giorno e della notte. Tutto questo affrontando un argomento alla volta: la morte, la solitudine, la paura, l'amore, esperienze e stati d'animo comuni a tutti gli esseri umani, ma vissuti attraverso Elisa, una donna come tante con una seria propensione a vivere, non senza un po' d'ironia. Questo libro è scritto con il cuore.

Daniela Rindi


Capitolo uno

Chi è Elisa

Elisa è una donna di 42 anni, con due figlie, Sara di cinque anni e Giulia di
10, sposata con un uomo, Matteo, non con un marito che è una parola che le
sta tanto odiosa. Richiama subito un cliché. Quando si dice "ti presento mia
moglie o mio marito" ti appaiono subito degli stereotipi. Immagini il marito un
gran lavoratore, che porta lo stipendio a casa, che ritorna la sera esausto e
che non vuole essere disturbato dai figli per vedere il telegiornale in pace (ma
questo non è molto diverso dall'uomo d'Elisa!). Per moglie s'intende una
casalinga, frustrata nei lavori di casa e presa dai figli senza avere mai tempo
per se stessa, che cammina e vive a testa bassa, per rialzarla ormai solo
quando sarà troppo tardi per tutto (e questo non è molto diverso per Elisa!).
Quanto è bello invece presentarsi agli altri e dire " questo è il mio

uomo…questa è la mia donna". Come suona tutto più passionale, più
misterioso, più complice, più posseduto, più vero. Non c'è però da
meravigliarsi tanto, viviamo in una realtà dove tutto è banalizzato, etichettato,
semplicemente strumentalizzato. Ma queste cose le sapete, solo che alla fine
sembra che tutti, chi più chi meno mirino solo ad uniformarsi, ad identificarsi,
ad omologarsi. E' da pazzi avere coscienza di questo e diabolico
perseverare! Pochi hanno il coraggio di vivere fuori dagli schemi e difendere i
propri principi così diseguali, così fuori dalle righe o dal seminato…se si vive
in campagna! Solo qualche vero artista lo fa e allora…che crepino gli artisti!
Inserita Elisa nel banale quadretto familiare andiamo oltre, perché la famiglia
tanto si racconterà da sola. Parliamo d'Elisa, la bell'Elisa che ha un piccolo
problema…sta cercando la felicità!



nota: vi aspetto per il secondo capitolo!!!

Nessun commento: