mercoledì 23 febbraio 2011

Always tyred mum. L'incipit del mio nuovo romanzetto




Always tyred mum
(Mamma sempre stanca)


“Alle 6.30 sveglia. Un cerchio alla testa mi strizza il cervello, secondo la qualità della sostanza alcolica ingurgitata la sera prima. Terribile emicrania e fatico a superare i sensi di colpa.
Stentatamente mi avvicino ai letti delle bambine e cerco di controllare la mia angoscia, cantando “ trallalero è lunedì!”. Ci vestiamo, mentre mio marito dorme ignorandoci. Colazione, panini merenda, pranzo.
Commissioni nella mattinata: spesa, dottore, lavanderia, comune, banca. Alle 13.30 uscita della piccola, ore 14.00 la grande. Abbondante dispendio di mezz’ore, che riesco a investire leggendo. Pranzo. Meglio una pasta, sugo già pronto.
Compiti, posso servirmi di un doposcuola. Il marito, oltre a dormire, lavora con diligenza. A Cesare quel che è di Cesare. Poi danza o ginnastica, orari diversi e giornate diverse naturalmente. Mi sento un taxi, utile e motivato, ma sempre un taxi. Gli unici commenti nell’abitacolo sono ingiurie e rivendicazioni. Ringrazio.
Intanto sono puntuali alle lezioni. Generalmente finisco col chiudere la saracinesca dell’ultimo discount. Torniamo a casa, il marito, inutilizzabile sul. divano. Ci tocca la solita minestra.
Segnalare a questo punto, come il rintocco del Big Ben, l’ora della buona notte. Sfamati gli orchi, messi a letto, non mi resta che sedermi sul divano. Non ho più fame, preferisco l’alcolico intossicante, per quanto sia una salutista e abbia sulle spalle vent’anni di yoga.
Non serve a un cazzo. Ogni sera, a giorni alterni, la bottiglia mi consacra a buona bevitrice, non ancora alcolista, solo perché mantengo il ritmo.”


Questo potrebbe essere l’incipit del racconto di una giornata qualsiasi di ogni mamma- moglie, un doppio ruolo esplosivo, capace di annientare qualsiasi wonder women post moderna che osi sfidare la sacra e benedetta istituzione della nonna-tata, perché non disponibile o solo per tigna e ha in dotazione per la vita, perché incastrata in un contratto matrimoniale uso capione, un marito con vuoto a perdere. Una “mamma sempre stanca” che per volontà o necessità non ha un posto di lavoro fisso, con orari e stipendio, ma l’arco delle ventiquattro ore completamente a disposizione dei figli e delle esigenze del marito, senza neanche incassare un euro e soprattutto senza previdenza sociale. Una donna irrimediabilmente legata al presente, all’attimo, senza possibilità di pianificare una bella serata con le amiche, una semplice uscita al cinema, per non parlare di un futuro migliore. Questa fascia di donne va dai 30 ai 40/45 anni, non sono più delle ragazzette, molte si sono sposate tardi, fortunatamente, regalandosi gioia e spensieratezza fino all’ultimo momento, fino all’ultimo gradino della chiesa o municipio dove, se la provvidenza fosse intervenuta a tempo debito facendole ruzzolare dalle scale, forse queste donne sarebbero ancora oggi, ma solo per evitare volutamente con ghigno sardonico il bouchet lanciato dalla migliore amica, caduta invece incautamente nella trappola al posto loro.
Queste “mamme sempre stanche”, (da questo momento in poi così verranno definite, magari solo “mamme” per necessità di abbreviazione) sono le protagoniste di questo libro, con le loro avventure, i loro pensieri e i loro sogni, quasi sempre infranti. Un libro che sarà rivelatore di una realtà nascosta, ma non per questo inesistente, una denuncia sincera a vantaggio di tutte quelle mamme che non hanno il coraggio, ma soprattutto il tempo, di rivelare le loro sofferenze, le loro fatiche d’Ercole, che forse non le farà più sentire così terribilmente sole, abbandonate e aliene al mondo reale.
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martedì 22 febbraio 2011

Il racconto più brutto. La finale!






Ecco l'intera classifica:

1° - SIMONE GHELLI, con PARIGI - 163 punti!!!
2° - Guerrieri e Tagliamonte, con BACHATA - 153 punti
3° - Leonardo Battisti, con IL RICCIO - 152 punti

4° - Carlo Sperduti, con LETTERA CONSEGNATA A MANO A UNA RAGAZZA - 144 punti
5° - Gianpaolo Castellano, con STORIA FUTURA - 142 punti
6° - Lorenz De Bor, con TRA LE BRACCIA DI UN POLIPO - 141 punti
7° - Daniela Rindi, con APOLOGIA - 133 punti
8° - Roberta Angeloni, con LA STATUA DEL BERNINI - 119 punti
9° - Angelo Zabaglio, con ERAVAMO - 110 PUNTI
10° - Alessandro Dezi, con PERSINO CON UN LEGGERO ANTICIPO - 109 punti.

lunedì 14 febbraio 2011

A forza di essere vento- reading e presentazione antologia








Serata dedicata a Fabrizio De André. venerdì 18 febbraio ore 21.00 - 23.30
Luogo: Mangiaparole
Via Manlio Capitolino 7/9 (Metro Furio Camillo) Roma

Letture dal quarto volume della collana Undiciparole, "A forza di essere vento", antologia di racconti liberamente ispirati alle canzoni di De André.
Verranno presentati anche i romanzi "Tutti vivemmo a stento" di A. Dimartino (PerroneLAB) e "Scorze d'arancia" di G. De Donno (PerroneLAB)

Racconti liberamente ispirati alle canzoni di Fabrizio De Andrè

È stato rapido il nostro addio. Mi sono girata e sono andata via. Pensavo in musica mentre immaginavo ancora le tue labbra e il tuo fiato sussurrarmi sulla fronte un’ultima canzone. Non mi sono voltata e tu non mi hai fermata. C’era folla, quel giorno, per la via; c’era il sole e io cercavo il silenzio e l’ombra e un muro a cui appoggiarmi per lasciare uscire le lacrime e trattenere ancora la tua voce e le linee del tuo viso magro, i capelli che ti scivolavano sugli occhi e le tue mani che salivano a riportarli indietro. Continuavi un viaggio che partiva da lontano e proseguiva oltre una linea che non potevo oltrepassare. Io avevo solo una strada da iniziare e mi chiedevo come mi sarei salvata dalla tua assenza, chi avrebbe ascoltato i miei aiuto.

Fabrizio è uno dei pochissimi artisti in grado di mettere d’accordo persone di età, provenienze e vissuti anche molto differenti. E ciò sorprende ancora di più perché accade a dieci anni dalla sua prematura scomparsa. Ognuno di noi ha dovuto vincere il timore reverenziale verso un personaggio di valore assoluto nel panorama musicale italiano. Eppure, benché faticosa, la scelta di ispirarsi alle canzoni di Fabrizio ha lasciato a ciascuno una libertà immensa. La libertà che prende spunto da melodie e parole in grado di unire differenti sensibilità e approcci alla scrittura.

Racconti di: Francesca D’Arrigo, Andrea Masotti, Dirce Scarpello, Costantino Quarta, Giovanna Astori, C. D’Agostino, Vanessa Banfi, Diego Di Dio, Annamaria Trevale, Monica Mezzi, Lita Cassisa, Rosalia Messina, Arianna Lattisi, Maria Alberta Fiorino, Daniela Rindi, Alberto Caprara, Trap, Stefano Mascella, Anna Rita Rappa, Lucia Sallustio.

Tutte le illustrazioni sono di Tiziana D'Este.

domenica 13 febbraio 2011

Il racconto più brutto. la finale!


Concorso per il Racconto più Brutto: da un'idea di Carolina Cutolo alla realtà!




Ecco i DIECI FINALISTI!!



Credetemi, non è stata impresa facile scegliere tra i brani pervenuti i dieci racconti più brutti che parteciperanno all'attesissima finale. Ma alla fine di una lunga, seria e ridanciana analisi dei testi sono stati selezionati dieci gioielli, dieci concentrati di schifezza, dieci mirabili penne che non solo hanno saputo mettere nero su bianco la propria mediocrità intellettuale (e talvolta addirittura morale), non solo hanno avuto lo stomaco di non cancellare deprecabilmente simili perle una volta consapevoli del freak partorito, ma hanno anche avuto il grande coraggio di partecipare a questo concorso. Una cosa è certa, o si tratta di scrittori rari, perché dotati di una straordinaria capacità di ridere di se stessi, o di lettori (ahimè, rari anch'essi) frustrati dagli eccessivi prezzi di copertina dei libri, che farebbero qualunque cosa, persino umiliarsi pubblicamente, pur di poter acquistare, leggere, possedere e custodire come tesori anche solo alcuni dei più bei libri della storia della letteratura. In entrambi i casi, non ci sono dubbi, si tratta di valorosi eroi.

Ecco dunque i nomi dei finalisti e un breve estratto dal testo che leggeranno durante la serata della finalissima, all'attenzione del pubblico presente in sala che voterà e eleggerà a suo insindacabile giudizio il peggior racconto della serata e, dunque, il vincitore:


Roberta Angeloni, La fontana del Bernini:
- "Sei tu, mio dolcissimo amore, che incontrai vestito di eternità sul ponte che portava in piazza. Ceruleo eri, amore mio, impacciato nelle movenze".

Leonardo Battisti, Il riccio:
- "La natura, insomma, si beava della sua perfezione, quella che gli umani tentavano di contaminare ormai da secoli con il loro stupido egoismo".

Gianpaolo Castellano, Storia futura:
- "Vedi, Kit, alla fine l'ho capito: dopo la missione Pegasus non mi sono uccisa soltanto per poterti a mia volta uccidere un giorno".

Lorenzo De Bor, Tra le braccia di un polipo:
- "Come previsto si eccita, mi trascina verso di lei ansima oddio no… si… la sua mano s’infila dentro i miei pantaloni, panico".

Alessandro Dezi, Persino con un leggero anticipo:
- "Gli sorrisi, voltandomi di lato. Mi divertivano sempre, le fantasie dei bambini…".

Simone Ghelli, Parigi:
- "Seguono i saluti, le spiegazioni. Si mangia e si osservano tutti i rituali di pulizia prima di andare a letto".

Andrea Guerrieri e Patrizia Tagliamonte, Bachata:
- "Quella volta che ballammo in due ma sembrava fossimo tre perchè tu mi piccicavi i piedi ubriaca di vodka addolcito da una pasticchetta di estasy ..oh Lee…".

Daniela Rindi, Apologia:
- "No Gesù, troppo chiaramente fai vedere che non ti sei curato mai dei giovani e dimostri bene la tua assoluta noncuranza per ciò per cui mi hai trascinato davanti al tribunale".

Carlo Sperduti, Lettera:
- "Ti rendi conto che questo momento è già passato, che già non esiste più? Ti rendi conto che tutto ciò che abbiamo fatto non esiste e non esisterà?"

Angelo Zabaglio, Eravamo:
- "Realizzo che era il caso mettere nello stereo mettere dicevo qualche cosa di caraibico alla lontana non balli scatenanti e di gruppo ma quei brani regghe elettrici che ti fanno viaggiare magari sentire il vento che accarezza la sabbia e la solleva con la purezza della sua mano".


Siete curiosi di sapere fin dove sono stati capaci di spingersi i nostri autori in questi dieci straordinari obbrobri? Volete scoprire dal vivo a chi sarà assegnato l'ambito premio nonché il titolo di autore del racconto più brutto? Accorrete numerosi a questa imperdibile serata, sarete voi a votare e decidere il vincitore!
Vi aspettiamo giovedì 24 febbraio alle 21:30 presso l'Hula Hoop Club (via L. F. De Magistris 91/93 a Roma, zona Pigneto). L'ingresso è gratuito con tessera (2 euro).
E soprattutto...

...che vinca IL PEGGIORE!!