martedì 3 febbraio 2009

La donna cannone


La donna cannone


“Così la donna cannone, quell'enorme mistero volò,
sola verso un cielo nero s'incamminò.”

F. De Gregori

Mi chiamo Sara, Sarona per gli amici. Sono una donna grassa, grassissima, ma con un bel viso, almeno così dicono tutti, aggiungendo poi:-peccato però…-. Sottintendono il mio fisico, è chiaro. Loro non capiscono che è come se mi dicessero:- saresti normale se… non ti mancasse una gamba!-.
Sì, perché essere molto grassi è come essere disabili, portatori di handicap, dei diversi. La gente non ti guarda negli occhi, ma osserva curiosa e schifata il tuo enorme culo, le tue braccia dilatate, la circonferenza esagerata dei tuoi fianchi. Mai ti guarda negli occhi, anche se ce l’hai molto belli. Sono il riflesso dell’anima, diceva sempre mia madre. Non guardandomi negli occhi.
Sì anch’io ho un’anima, però nascosta sotto una tonnellata di lardo. Ho iniziato ad ingrassare a vent’anni, per un’inspiegabile malattia del sangue. Dopo circa ventitré anni hanno scoperto la causa: un’eccessiva produzione d’insulina. Questa si riproduce continuamente perché non riconosce gli zuccheri. Almeno così ho capito, ma adesso non me ne frega più niente, dovevano scoprirlo allora.
La mia Via Crucis me la sono già fatta, non è stato facile accettare a vent’anni un cambiamento di peso e di corpo così repentino. Prendevo venti chili l’anno. Nel giro di tre anni sono diventata un’obesa arrivando a pesare centoventi chili. Da lì ho continuato solo ad aumentare. Fu drammatico per me. Non sono più uscita di casa per ben cinque anni. Come facevo? Non potevo sedermi a nessun bar, perché non entravo nelle sedie, non potevo andare al cinema per lo stesso motivo. Anche trovare dei vestiti adatti era difficile. Dovevo servirmi in negozi specializzati per taglie extra large, che non avevano certo capi alla moda, ma solo vecchi camicioni demodé che mi facevano sembrare una vecchia. Che imbarazzo.
Non potevo neanche andare in palestra, perché mi veniva subito l’affanno e poi mi vergognavo, mi guardavano tutti come se fossi un mostro. Anche i miei amici, ex compagni di scuola avevano lo stesso sguardo, solo che loro cercavano di mascherarlo un po’. E’ terribile avere la consapevolezza di essere stata una bella ragazza e improvvisamente risvegliarsi in un’orchessa senza forme. Il mio ragazzo mi lasciò quasi subito. Appena aumentata dei primi dieci chili. Mi disse:- Non capisco cosa ti stia succedendo? Ma mangi di nascosto? Così mica mi piaci…- e si fidanzò con la mia migliore amica.
Non so come sono riuscita a non impazzire. Non credo che siano stati i diciotto anni d’analisi. Quelli mi hanno solo aiutato ad accettare il mio stato razionalmente, ma davanti allo specchio ancora mi metto a piangere. C’ho messo una vita per infondermi un po’ di coraggio. Mi sono pure sottoposta ad un intervento all’intestino, mi hanno inserito un bypass. Non credevo ai medici che dicevano fosse un ingrassamento spontaneo, non alimentare. Potevo credergli invece…mi sarei risparmiata l’intervento.
Dopo molti rifiuti a causa del mio aspetto sgradevole, per fortuna ho trovato un lavoro. Mi hanno assunto come cuoca in una mensa aziendale. Chiusa lì dentro tutto il giorno non davo fastidio a nessuno. –Si vede che ti piace mangiare eh?- mi dicevano e con questa battuta priva di spirito si giustificavano tutti la mia grassezza. Quel lavoro mi distraeva un po’, mi faceva uscire di casa, ma non nutriva il mio spirito paradossalmente anoressico. Quello continuava a dimagrire, a seccarsi come una foglia caduta. Avevo bisogno di un po’ di linfa, altrimenti mi sarei persa per sempre. Mi licenziai.
Mia madre non me lo perdona ancora oggi. – Sei una pazza!- diceva – come fai a credere di trovare un altro lavoro come questo?-. Non aveva tutti i torti, ma io non volevo lavorare, volevo studiare quello che mi piaceva. E così feci. Mi buttai sui libri voracemente e trovai grazie a loro la mia strada. Cominciai ad interessarmi di esoterismo, di yoga, medicina ayurvedica, massaggi shiatsu, bioenergetica, bionutrizione, Reiki e iniziai a frequentare un corso dopo l’altro, prendendo specializzazioni, lauree di ogni tipo. Mia madre sempre dietro:- ma vuoi andare a lavorare? Io mica ti posso mantenere a vita? Ci fosse almeno ancora tuo padre!-.
Scoprii ben presto che oltre al fisico esiste l’anima, ma non quella che mi avevano insegnato a catechismo. Una sfera interiore che si poteva sviluppare, potenziare, tanto da rivelarmi un potere speciale nelle mani. La capacità di trasmettere un calore che dà sollievo. Non è magico, ho solo lavorato su di me, non so se guarisca, ma i pazienti si sentono bene e questo mi basta. Ho scoperto che adesso non mi guardano più il mio grosso sedere, mi guardano negli occhi. Alla sera torno a casa stanca, senza energia, allora mi metto ad osservare il cielo, i pianeti e mi ritrovo in mezzo a tante stelle.
Ma io sono sempre in un cielo diverso…

1 commento:

Anonimo ha detto...

Questa storia mi è piaciuta molto. È delicata. Ed é vero che ci si dimentica di guardare la gente obesa negli occhi: lì siamo tutti magri e leggeri e limpidamente autentici. Ma mi chiedo: poi Sarona
troverá un modo per dimagrire? Nel racconto "Donna cannone-due" ?
Spero di si. Non per una questione di estetica ma per la sua salute!
A proposito, le suggerirei di approfondire le diete di Montignac!
Lui ha capito che non é una questione di calorie e di quantitá.
Ha un sito in varie lingue (anche se è commerciale e ormai "un'industria", vale la pena provarci: www.montignac.com
Saluti
Angela Siciliano

Il mio blog: http://letture-e-riletture.blogspot.com