mercoledì 21 luglio 2010

giovedì 22 luglio Let. In e non solo... a Villa Gordiani


Giovedì 22 Luglio dalle ore 21.00 presso Villa Gordiani in via Prenestina angolo Largo Irpinia - Roma. Letture di: Carlo Sperduti, Daniela Rindi, Leonardo Battisti e Simone Ghelli.

mercoledì 14 luglio 2010

"Intolleranza" uscito su Il Territorio del 14/07/10




Intolleranza

-Avete pane azzimo?- L’inserviente mi guarda perplessa, -no, non è il nome di un animale, è un pane senza lievito, se fosse ebrea o intollerante come me, lo saprebbe!-. –No, non l’abbiamo!-, risponde scocciata, evidentemente non ebrea. Esco e riprendo la mia ricerca, -non si trova un cazzo in questa cittadina di merda!- penso tra me e me educatamente. Un grosso cane randagio mi guarda e sbadiglia, -si lo so, è più facile vivere da cani, che non avere problemi con i lieviti- puntualizzo al rognoso quadrupede.

Mi sa che anche oggi mi tocca saltare il pranzo. Non ho tempo per tornare a casa. Mi mette tristezza girare questa città, perché non c’è niente di bello da vedere. I negozi sono pochi e le vetrine stracolme di vestiti ordinari e volgari, non c’è illuminazione che metta allegria, a guardare le facciate delle case sembra di scorrere il museo degli orrori. Ogni palazzotto è decorato e imbellito da figure diverse, putti rosei o nanetti variopinti, colonne corinzie, finti architravi, una follia, un insulto all’arte e all’architettura! Eppure gli abitanti ne vanno orgogliosi, ma fanno male, sono quasi meglio le costruzioni anonime e squadrate di Mussolini, almeno sono coerenti.

Non parliamo degli abitanti…sembra che la bruttezza si sia data appuntamento in questo luogo. Va bene essere zotici, non avere cultura, educazione perché la maggior parte è povera gente, ma essere anche brutti no! Eppure a pochi chilometri da qui, hanno avuto i natali Manuela Arcuri, Tiziano Ferro! Mi siedo su una panchina al sole e faccio un gioco: apro e chiudo gli occhi facendo cadere lo sguardo sulla prima persona che passa…mai una bella faccia, non è possibile! E’ proprio il paese degli orchi. Alla scuola materna di mia figlia c’è una bambina, che tutte le volte che guardo mi viene da sorridere, assomiglia troppo a Fiona, la moglie di Shrek.

Ci rinuncio e continuo la mia marcia alla ricerca di qualcosa di commestibile, che non sia vietato. Da quando ho questo problema intestinale nutrirmi è diventato un inferno, peggio che fare il giro d’Italia in bicicletta. Troppi divieti, che paradossalmente mi hanno fatto pure ingrassare. Ma non mi devo lamentare, devo ricordarmi che c’è sempre qualcuno che sta peggio di me e devo rispettarlo, non lagnando inutilmente.

Entro in un alimentari pieno di gente, al banco c’è da prendere il numeretto, solo che me n’accorgo solo dopo dieci minuti. Quando sta per toccare a me, perché ho contato i presenti, una signora allunga il braccio sul bancone e con il numero novantasei fa il suo ordine. Io reclamo, -Lei signora è dopo di me!- -Ma io ho il novantasei, prima c’era il novantacinque e dopo di me il novantasette!-. Non fa una piega, conosce la numerazione, almeno quella da uno a cento. Non so se ritirarmi educatamente o mollarle un calcio negli stinchi e un cazzotto nello stomaco. Decido di non comprare la bresaola, alimento permesso, ma tanto non ho il pane azzimo, ed esco.

Forse faccio ancora in tempo a passare in posta, devo pagare la bolletta della luce. Davanti alla macchinetta dell’emissione dei biglietti pigio il mio tasto, -pagamento utenze- e una scia di foglietti esce ribelle da quella bocca. Completamente avvolta, scelgo il numero più basso, il centouno, conosco la numerazione, ma io da cento in su e mi metto in fila.

Ho tempo a sufficienza per guardarmi intorno, non c’è modo, sono tutti brutti. Dopo una fila interminabile che mi ha messo anche un po’ fame, tocca a me. La ragazza dietro al vetro mi fa degli strani cenni, io urlo –Ehhh?.. Non sento!-, -Non si accettano più numeri dal cento in poi!-. –Cosa?, ma se sono stata in fila per più di un ora, la macchinetta mi ha consegnato il numero centouno!-. –Mi spiace è la prassi, dopo il cento non operiamo più, poi c’è l’avviso attaccato fuori!-. La rabbia sta prendendo il sopravvento, devo decidere se andarmene dimessamente o afferrare la ragazza per il collo, e strangolarla dalla piccola fessura. Decido di evacuare la zona, tanto la bolletta può aspettare, esco.

Sono nuovamente per strada, oramai non ho più speranze di trovare il pane azzimo. Entro in una rosticceria e mi compro: due supplì, due arancini, tre fiori di zucca fritti e tre filetti di baccalà…al diavolo l’intolleranza!

martedì 6 luglio 2010

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